Nel pomeriggio del 22 agosto 2024, decido di coinvolgere Giovanni IU0PIE, grande tecnico, amico, membro del 773 Sonde Team e socio del 773 Radio Group in un’avventura che ha segnato il suo primo vero recupero di una sonda appena atterrata. Dopo aver comunicato la notizia sul gruppo WhatsApp del P.I.R.S. Lazio, con cui collaboriamo regolarmente, ci prepariamo per la missione. Armati del nostro fidato TTGO, ci dirigiamo verso Pratica di Mare, dove è previsto l’atterraggio della sonda RS41, identificata con il numero V2840409
È una giornata serena, e la sonda, lanciata dal centro meteorologico di Pratica di Mare intorno alle 13:00, ha trascorso più di tre ore in volo, raccogliendo dati atmosferici. Lungo il suo tragitto, la RS41 sorvola parte dell’agropontino, non allontanandosi troppo (evento raro) dall’aeroporto militare di Pratica di Mare dal quale è stata lanciata.
Durante la sua discesa finale, il suo percorso passa, quasi firmandoli, sopra i loghi creati nel 2023 per celebrare i 100 anni dell’Aeronautica Militare Italiana, impressi su un’aiuola e sull’asfalto della nota base militare. Un percorso particolare, quasi irripetibile e inaspettato, come se la sonda volesse rendere un silenzioso omaggio all’importante storia della gloriosa Arma Aeronautica della quale sono fiero di aver fatto parte in qualità di V.A.M. (corso 246), nel lontano 1993/1994.
Alle 16:33, la sonda atterra in un campo. Io e IU0PIE, seguiamo con attenzione i segnali trasmessi al TTGO, pronti a localizzarla. Arriviamo sul posto, scendiamo dall’auto e ci inoltriamo nel campo abbandonato, ci avviciniamo seguendo le indicazioni sulla mappa del MY Sondy Go e dopo circa 100 metri, troviamo la sonda accesa, in mezzo alla vegetazione ormai secca per la carenza di piogge e per il grande caldo che ha caratterizzato l’estate del 2024. La fortuna, però, ci gioca un piccolo scherzo: il paracadute, insieme al pallone, si sono impigliati sui cavi dell’alta tensione, rendendo il recupero più complesso del previsto.
Con guanti speciali e con la massima attenzione, recupero la sonda tirando il filo che piano piano, riesce a far cadere dai cavi tutto il resto. La sonda, il pallone e il paracadute, sono finalmente nelle nostre mani. Mentre torniamo verso l’auto mi sento chiamare da dietro i cespugli, è William IZ0RDM, del gruppo Sonde Lazio, arrivato anche lui per il recupero. Siamo arrivati per primi ma questo non esclude il fatto che anche William non possa essere incluso nella registrazione su radiosondy.info, da buoni amici, colleghi radioamatori e cacciatori, ci scattiamo il selfie della vittoria!
(iz0rin a sinistra, iz0rdm al centro, iu0pie a destra)
Più tardi, William ci condivide un video che ha girato durante il volo della sonda e che vedete qui di seguito, catturando quel momento magico in cui la RS41 fluttuava nel cielo.
Per me e credo anche per Giovanni, questo pomeriggio rappresenta molto più di un semplice recupero: è un’occasione per vivere appieno la nostra passione, unendo tecnologia, amicizia e la bellezza di condividere esperienze uniche. Quella che inizia come una missione di routine si trasforma in un’avventura indimenticabile, che ci ricorda quanto l’amicizia, l’ham spirit e il rispetto siano importanti nel nostro mondo di cacciatori e radioamatori.
La Sicilia è una terra ricca di fascino, conosciuta per le sue bellezze naturali, il cibo squisito e una storia millenaria. Approfittando delle vacanze sull’isola per visitare i parenti, ho deciso di dedicarmi al recupero di radiosonde “fredde”, lanciate negli ultimi anni dalla base Aeronautica di Trapani-Birgi e atterrate nella provincia di Enna, intorno a Leonforte. Nella seconda settimana di agosto, tra l’8 e il 12, ho avuto l’opportunità di vivere un’esperienza straordinaria, immerso in luoghi incantevoli e accompagnato da persone generose, recuperando cinque radiosonde “fredde” RS41 insieme al mio mitico parente ZU-PINO (con me in foto).
In questo articolo, vi racconto l’emozionante avventura.
Che Cos’è una Radiosonda e cos’è una Sonda “Fredda”?
Per chi non lo sapesse, una radiosonda è un dispositivo meteorologico che viene lanciato in atmosfera, di solito con un pallone, per raccogliere dati come temperatura, umidità e pressione. Una volta terminata la sua missione, intorno ai 36 km di altezza, il pallone scoppia, si apre il paracadute e la radiosonda torna a terra, spesso in luoghi inaspettati. Mentre molte di queste radiosonde vengono recuperate poco dopo la loro caduta e altre si perdono in mare, alcune rimangono sul terreno per mesi o addirittura anni prima di essere ritrovate. Queste sono conosciute come sonde “fredde”.
Recuperare una sonda “fredda” richiede un lavoro da detective, un ottimo spirito di osservazione, una dose extra di pazienza e tanta determinazione. Si ha, vero, un’indicazione dell’ultima trasmissione della sonda ma il segnale è ovviamente assente, non ci sono dispositivi che indicano il punto preciso di atterraggio e le condizioni ambientali possono aver danneggiato o distrutto il dispositivo, o potrebbe non essere più nel luogo indicato perché recuperato da qualcuno che non lo ha registrato. Tuttavia, proprio per queste sfide, il recupero di una sonda “fredda” è estremamente gratificante e divertente, oltre a offrire l’opportunità di fare movimento tra pianure e terreni scoscesi.
L’Inizio dell’Avventura
L’8 agosto 2024, con la mia attrezzatura: due smartphone con Google Maps, un collegamento ZELLO con il P.I.R.S. Italia, l’amico Pietro IT9EWK come corrispondente e tanta voglia di avventura, mi sono unito a ZU-PINO, un parente appassionato e sempre pronto a nuove esperienze che ho entusiasmato con i racconti dei miei precedenti recuperi. Il nostro obiettivo era recuperare quante più sonde “fredde” possibile nella provincia di Enna. Questa regione, con il suo paesaggio collinare e i suoi vasti campi, è un terreno ideale che ha visto decine di atterraggi di questi dispositivi, spesso senza recupero a causa delle difficoltà oggettive del territorio.
La prima sonda fredda recuperata è stata la radiosonda U2130820, atterrata la notte del 17 novembre 2023. Dopo un’attenta ispezione del presunto luogo di atterraggio, utilizzando l’ultima posizione utile disponibile, abbiamo iniziato la ricerca tra i campi aperti nei pressi di Leonforte. Abbiamo trovato subito i resti del pallone e del paracadute, presumibilmente utilizzati dai contadini per segnalare una recinzione e quindi non li abbiamo toccati. Dopo quasi due ore di ricerca e di calcoli sulla traiettoria e a circa 200 metri dai resti del pallone, abbiamo trovato i pezzi della RS41: solo il sensore, il gancio di plastica e alcune parti di polistirolo. Nonostante le condizioni, il recupero è stato emozionante e ha testimoniato il tempo trascorso e le forze della natura a cui la sonda era stata esposta.
Il secondo giorno ci ha portato a Nissoria, nei campi di proprietà del caseificio CASEARI NATURA. Qui, abbiamo cercato la radiosonda numero S2620905, caduta il pomeriggio del 7 ottobre 2021. Questo recupero è stato particolarmente speciale grazie alla generosità del proprietario Pippo, che non solo ci ha permesso di accedere alla sua proprietà ma ci ha anche regalato un chilo ottima ricotta fresca! Inoltre, i suoi nipoti, ci hanno accompagnato con un fuoristrada all’interno della valle per raggiungere l’ultima posizione trasmessa dalla sonda e fornita in maniera precisa dall’amico Pietro. Purtroppo, dopo 3 anni e mezzo, abbiamo trovato solo parte dell’involucro di polistirolo con il numero seriale, mentre del PCB, delle batterie e del resto, nessuna traccia. Nonostante il ritrovamento parziale, l’ospitalità e l’aiuto ricevuti hanno reso questa giornata indimenticabile. Consiglio a tutti di acquistare i formaggi di Caseari Natura che sono davvero ottimi!
Il terzo giorno, con il grande ZU-PINO, ci siamo spostati in località Agira, nei pressi del famoso Outlet, presente sulla Catania-Palermo. Con tanta pazienza, abbiamo cercato di recuperare, in un campo di Nicolizia, i resti della sonda T3120879, atterrata la notte del 1 Aprile 2023. Questa sonda è stata trovata praticamente distrutta, probabilmente tritata da una motozappa. Abbiamo trovato frammenti di PCB, polistirolo, porta batterie, batterie e gancio. Il recupero è stato emozionante: una volta individuato il rocchetto del filo, a circa 50 metri di distanza, abbiamo trovato un frammento di polistirolo. Scavando con le mani, uno dopo l’altro, alcuni resti della RS41 sono riemersi, anche se in condizioni pessime. Il fatto di aver recuperato i resti in maniera divertente, improvvisandoci quasi archeologi, ha aggiunto un ulteriore elemento di soddisfazione alla nostra avventura.
L’11 agosto, (anche se ho registrato la sonda il 12 per un errore), è stato il giorno che ha segnato finalmente il ritrovamento di una radiosonda intatta. La numero U2120402, atterrata il 5 novembre 2023, in una zona montuosa tra Leonforte e Calascibetta. La salita è stata impegnativa e le condizioni del terreno hanno reso difficile il recupero. Siamo stati accompagnati da Carmelo, un signore disponibilissimo proprietario del terreno adiacente a quello della caduta e dai suoi cani. Con fatica e determinazione, siamo riusciti a trovare la quarta radiosonda della nostra spedizione, totalmente intatta e nascosta tra i cespugli. Purtroppo, il pallone e il paracadute erano su un albero, e non siamo stati in grado di recuperarli se non in piccola parte il solo pallone. Non potete immaginare la felicità mia e di ZU-PINO per questo importante recupero.
Quinto e ultimo giorno in Sicilia: 12 Agosto – RS U2120379 e a distanza RS V2840811
Il 12 agosto è stato il giorno più fortunato, con un doppio recupero. Il primo, quello della mattina, a distanza, è avvenuto grazie all’amico Antonio IW0DT, che, senza attrezzatura, ha recuperato in un campo la radiosonda numero V2840811, nei pressi di Bracciano, seguendo le mie indicazioni telefoniche.
Il secondo, quello del pomeriggio…
nonostante avessi voluto riposarmi, ZU-PINO mi ha convinto a proseguire nelle nostre ricerche. Siamo partiti alla volta di Assoro, dove, purtroppo, il terreno impervio non ci ha permesso di arrivare nel luogo di atterraggio di un’ennesima sonda fredda che avevamo tenuto d’occhio, abbiamo dovuto, quindi, abbandonare ma non ci siamo dati per vinti e, dopo essere scesi dalla montagna, ci siamo diretti a Nicosia, dove, dopo circa 30 minuti di cammino tra campi non coltivati, abbiamo recuperato la sonda numero U2120379, atterrata la notte del 1 novembre 2023. La sonda era quasi completa, senza sensore, pallone e paracadute, completamente rosicchiata da qualche animale, probabilmente un roditore e morsa forse da qualche volpe.
Cosa dire? Cinque sonde “fredde” siciliane, recuperate in cinque giorni e una sonda a distanza a Bracciano: un risultato di cui sono davvero molto orgoglioso. Come dice Pietro del P.I.R.S., ogni sonda ha una sua storia e una sua traiettoria, ma io aggiungo che tutte hanno contribuito a rendere questa avventura davvero indimenticabile. È stata una caccia che mi ha visto al fianco del meraviglioso ZU-PINO, che, da buon conoscitore del territorio, mi ha aiutato nella ricerca di queste RS41 atterrate nel tempo. Senza di lui, sarebbe stato davvero molto difficile.
Questa esperienza nella provincia di Enna mi ha insegnato molto. Non solo ho potuto approfondire le mie conoscenze tecniche e migliorare le mie abilità nel recupero di radiosonde “fredde”, ma ho anche esplorato paesaggi mozzafiato e condiviso questa passione con un compagno di avventure eccezionale come ZU-PINO.
Il recupero di radiosonde, specialmente quelle “fredde”, è una pratica che unisce scienza, calcoli di traiettoria, spirito di osservazione, avventura e un pizzico di fortuna. Se non l’avete mai provato, vi consiglio vivamente di farlo. Non solo vi divertirete, ma contribuirete a mantenere pulito il nostro pianeta recuperando reperti che altrimenti potrebbero inquinare i territori.
Tornato a Roma il 14 agosto, non mi sono fatto mancare un ulteriore recupero nel pomeriggio nei pressi di Aranova, vicino Cerveteri. Questo recupero è stato particolarmente significativo per me, poiché la sonda numero V2830801 l’ho iniziata a tracciare nella notte, mentre ero alla guida della mia auto al ritorno dalla Sicilia, fin dall’altezza di Caserta. Un recupero facile in un campo, che ha segnato il mio trentunesimo recupero a pochi giorni dall’anniversario del mio primo recupero. 31 recuperi, tra Lazio, Belgio e Sicilia, di sonde RS41, OzonoSonde, M10. Sonde italiane, inglesi, belghe e francesi. Cosa volere di più? Ringrazio l’amico Pietro IT9EWK per essere sempre stato in collegamento durante i vari recuperi, inviandomi coordinate e consigli preziosi attraverso il canale P.I.R.S. Italia di ZELLO. Un ringraziamento speciale a ZU-PINO e agli amici siciliani!
Se volete diventare “cacciatori” di sonde, non esistate a contattarmi ed entrerete a far parte, soltanto se lo vorrete, del 773 Sonde Team (specializzazione della mia associazione 773 Radio Group) e del P.I.R.S. Lazio gestito da Pietro IT9EWK.
E’ la notte a cavallo fra il 30 aprile e il 1 maggio 2024, fuori diluvia, non riesco a dormire, comincio quindi a seguire il percorso della radiosonda. partita da pratica di mare, numero V2840876 con atterraggio previsto su Roma Nord con l’intenzione di effettuare un recupero in notturna.
Sono circa le 3.30 di notte, quando mi accorgo che la RS41 è atterrata in un laghetto privato in zona Tiberina. Perdo le speranze nel recupero e mi metto a dormire. Mi sveglio verso le 11, faccio colazione, scambio due battute sulla gruppo Whatsapp del Pirs Lazio e commento l’impossibilità di recuperare questa benedetta sonda che ha deciso di cadere in un luogo privato e per giunta dentro un laghetto.
Nel pomeriggio studio meglio la situazione e mi accordo che quel luogo privato è sede di un centro sportivo dove si pratica sci d’acqua e wakeboarding (una specie di snowboard praticato sull’acqua con l’ausilio di un motoscafo), recuperati i contatti telefonici, decido di chiamare, mi presento al telefono come un radioamatore appassonato di recupero sonde meteo, spiego esattamente di cosa si tratta e chiedo alla gentilissima ragazza in linea se sia possibile effettuare questo recupero. La titolare, mi chiede di mandarle un messaggio whatsapp con una foto delle coordinate della caduta dicendomi che mi farà sapere appena il personale del centro sarà sul posto visto che al momento sono chiusi per via delle cattive condizioni meteo.
Passano un paio di giorni, ormai ho perso le speranze, quando mi arriva il messaggio: “Sonda recuperata, può passare a prenderla!“.
Non ci credo, ho trovato davvero delle persone gentili e disponibili che si sono prodigate nell’accontentare una mia richiesta così fuori dal comune. Senza pensarci due volte e approffittando della bellissima giornata, mi precipito presso il Parco del Tevere EXTREME dove ad accogliermi c’è Enrico, un ragazzo che immediatamente mi consegna la sonda completa di paracadute e pallone. Ci scambio due parole, mi faccio indicare il luogo del ritrovamento e spiego lui a cosa serve il radiosondaggio meteo, analizzo la sonda che ha passato due giorni in acqua e mi accorgo che presenta segni di morsi di nutria, simpatico animaletto simile al castoro, pensando tra me e me che è proprio vero, come dice Pietro del PIRS Italia: “Ogni sonda ha la sua storia!”.
Dopo essermi congedato da Enrico, decido di fermarmi – con il suo permesso – a pranzare in questo paradiso: due laghetti artificiali dove si praticano sport acquatici, personale veramente gentile e disponibile che senza conoscermi, ha recuperato, con uno dei loro motoscafi, una RS41 per me!
Grazie Parco del Tevere EXTREME, ci rivedremo presto ma stavolta per usufruire dei vostri magnifici servizi!
È una fredda mattina di San Valentino del 2024 quando decido di esplorare il bosco di fronte al cimitero di Nemi. Ho scaricato, dal sito radiosondy.info, il database delle sonde meteorologiche perse e mi sono imbattuto nella traccia di una radiosonda caduta, il pomeriggio del 4 aprile del 2021, proprio all’interno del bosco a circa 250 metri dall’ingresso.
Il cielo è sereno, ma il freddo si fa sentire mentre mi addentro tra gli alberi spogli. Via Zello, sono collegato con Pietro IT9EWK del P.I.R.S. Italia, proprio lui, come sempre, mi ha inviato la previsione di caduta della RS41 matricola R2410534.
Entro nel parco, passeggio su un sentiero fra gli alberi spogli, il silenzio del bosco è interrotto soltanto dal suono delle foglie secche che croccano sotto i miei piedi e dal mio respiro leggermente affannato, svolto a sinistra su un secondo sentiero, poi il GPS mi dice di addentrarmi fra rovi e foglie morte, raggiungo il punto del presunto atterraggio ed ecco che subito vedo un oggetto bianco che giace a terra: è lei, senza filo, paracadute e pallone.
Mi avvicino, la raccolgo, la guardo, leggo la matricola e corrisponde, si tratta proprio della radiosonda caduta tre anni fa. Il sensore è rotto e sulla superfice di polistirolo, è presente l’impronta, forse di un cinghiale.
Fortunatamente, nonostante l’impronta del probabile ungulato, la radiosonda è integra. La sua superficie bianca è leggermente sporca di fango, manca l’adesivo dell’aeronautica e i segni di tre anni passati alle intemperie ci sono tutti.
Comunico a Pietro il ritrovamento, con la radiosonda al sicuro nel mio zaino, e un bastone fra le mani, che mi è servito per farmi largo fra i rovi. Torno indietro, esco dal bosco, salgo in auto e mi dirigo verso Nemi, per festeggiare il San Valentino con la mia dolce metà che ha avuto la pazienza di attendermi in auto, insieme alla nostra amata cagnolina. Una festa degli innamorati speciale, con, oltre che l’amore, la semplice soddisfazione di aver recuperato, la seconda sonda fredda della mia carriera di cacciatore.
Cari amici, vicini e lontani (diceva Nunzio Filogamo, vecchio presentatore radio televisivo) sono qui a raccontarvi il mio primo recupero di una sonda “fredda”!
Nooo, non c’entra nulla l’inverno, né tantomeno il freezer, il ghiaccio o roba simile, semplicemente, una sonda è “fredda”, quando non viene trovata per diverso tempo e viene abbandonata al suo destino.
Oggi, 12 febbraio 2024, giornata discreta dal punto di vista meteo, libero dal lavoro, annoiandomi in casa, travolto da pensieri nostalgici, ho deciso di fare, su radiosondy.info , una ricerca mirata relativa a tutte quelle sonde che dal gennaio 2022 ad oggi, risultano non trovate, in un’area di 20 km dal mio QTH (casa).
Come per magia, il sistema mi ha restituito i dati di una cinquantina di sonde, il risultato subito esportato in un file *.kml e dato in pasto a google heart, è stato trasformato da quest’ultimo in una mappa molto interessante. Dopo aver studiato le varie possibilità e per una serie di ragionamenti e coincidenze, mi sono subito messo in automobile dirigendomi, verso la sonda T3030712 caduta – la notte dello scorso 4 luglio 2023 – in un bosco sulla via dei laghi, a pochi km dalla “salita-discesa” o “salita stregata” di Ariccia.
Arrivo sul posto, parcheggio l’auto su uno spiazzo, scendo a piedi, mi metto in contatto tramite Zello con l’immancabile amico palermitano, Pietro IT9EWK del gruppo P.I.R.S. Italia e condivido con lui la mia posizione, facendomi guidare, in mezzo al bosco, dal mio navigatore e dalla voce di Pietro.
Prendo un sentiero, sbaglio strada, torno indietro, imbocco un sentiero poco battuto, raggiungo un grande albero, giro a sinistra e mi faccio strada in mezzo a rami secchi, sterpaglia e rovi, supero un avvallamento, scosto dei rami, nulla.., il Gps fa capricci e la paura di trovare qualche cinghiale mi tormenta, torno indietro, passo in mezzo a due alberi, ancora rami e rovi ma improvvisamente, scorgo a pochi metri, qualcosa di bianco, mi avvicino e mi appare davanti un paracadute e un pallone scoppiato ma niente sonda…
Non deve essere lontana, penso fra me e me, il filo è di circa 50 metri, mi sposto, di circa 20 metri, mi guardo intorno ed ecco che anche la tanto agognata RS41 si presenta, in bella vista, alla base di un albero.
Dopo sette mesi, si trova ancora in condizioni discrete, rosicchiata da qualche animale ma comunque intatta. Inutile descrivervi la gioia mia e dell’amico Pietro al quale subito invio foto e video del ritrovamento, per questo particolare recupero. Nel frattempo, torno verso il mio mezzo di trasporto, salgo a borgo e visto che le coincidenze non mancano, soltanto adesso comincia a piovere, qualcuno, da lassù, mi ha dato il tempo di entrare in possesso di questo nuovo trofeo.
Metto in moto e torno a casa, felice di questo ritrovamento, legato ad una data per me molto cara e triste: il 4 luglio ma del lontano 1987, notte durante la quale, ho perso mio padre che oggi, forse, ha voluto mandarmi questo “regalo”, lanciandomi un segnale proprio dal cielo (mi piace pensarla così) Ciao Papà, grazie di tutto!
Salve a tutti, da pochi giorni mi trovo di nuovo in Belgio e a distanza di un mese dal mio primo recupero di una RS41 inglese atterrata nel paese delle patate fritte, della birra e della cioccolata, sono orgoglioso di raccontarvi il mio secondo recupero ma questa volta di una ozono sonda partita da UCCLE nei pressi di Bruxelles il 31 gennaio 2024 alle ore 12 ed atterrata intorno alle 14.30 dello stesso giorno a circa 90 km dal sito di lancio in direzione SUD-EST nei pressi di Rochefort.
Sono tornato in Belgio a distanza di un mese per motivi personali e la sera del 31 gennaio, mentre consultavo il sito SONDEHUB parlando con i miei amici Luca (CHICO) e Hugo (FORMIDABLE), al quale ho passato la mia passione per il recupero di radiosonde, mi sono accorto che a circa 90 km di distanza da Charleroi (dove alloggio), giaceva una ozono sonda (V3742138) ancora non recuperata. Immediatamente abbiamo organizzato il recupero arrivando sul posto, nei pressi di Rochefort, verso le 22.
La sonda non trasmetteva, l’ultima posizione la vedeva sopra un’area boschiva ma con l’aiuto del collega Pietro IT9EWK del P.I.R.S. Sicilia che collegato via Zello sul canale del PIRS, ci ha calcolato la posizione di atterraggio, ci siamo avventurati nel bosco: Buio pesto, torce accese ad illuminare un sentiero in discesa, freddo e timore di incontrare animali pericolosi come lupi o cinghiali non ci hanno fermato.
Cento metri, duecento metri, trecento metri verso la presunta posizione, la voce rassicurante di Pietro che via Zello ci da indicazioni… improvvisamente fra gli arbusti sei occhi accesi ci fissano, adrenalina alle stelle, tre bellissimi cervi con palchi enormi sulla testa ci guardano e scappano, quattrocento metri, cinquecento metri, seicento metri ed ecco che HUGO urla: “Je vois quelque chose de blanc dans les arbustes” ovvero: “Vedo qualcosa di bianco fra gli arbusti“, era lei, la meravigliosa ozono sonda belga, con il motore ancora acceso ma con la RS41 spenta. Subito ci siamo fatti strada fra i rovi e l’abbiamo raggiunta. Urla di gioia, recupero purtroppo senza pallone e paracadute e immediatamente in marcia verso la nostra auto lasciata a bordo strada.
Il nostro viaggio di circa 180 km totali, è stato ricompensato dallo splendido ritrovamento e dalla tanta adrenalina dettata dalla passeggiata nel bosco, di notte e con il buio pesto per effettuare un recupero eccezionale!
73 de ALEX ON/IZ0RIN
HUGO FORMIDABLE E LUCA CHICO (NUOVI CACCIATORI BELGI)
eccomi di nuovo qui, a distanza di pochi giorni, per raccontarvi la storia di un nuovo recupero, anche questa volta molto particolare: la mia prima ozono sonda!
Cos’è una ozono sonda?
Questo tipo di sonda meteo, serve per misurare il profilo verticale di Ozono, nell’atmosfera. Per misurare la concentrazione di ozono in funzione della quota si utilizza una cella elettrochimica fatta salire in quota con palloni sonda. Un piccolo motore elettrico aspira l’aria esterna e non appena l’aria contenente ozono fluisce nella cella si avvia una reazione chimica a seguito della quale si determina un passaggio di corrente, la cui intensità è proporzionale alla quantità di ozono. Al fine di evitare che le soluzioni elettrolitiche contenute nell’anodo e nel catodo della cella possano ghiacciare con l’aumentare della quota, interrompendo il flusso di corrente e dunque la misura della concentrazione di ozono, tutto il kit di misura è racchiuso in un contenitore di polistirolo dello spessore di circa 6 cm da cui fuoriesce solo il beccuccio per l’aspirazione dell’aria. Tale contenitore è poi collegato, tramite opportuna interfaccia elettronica, ad una radiosonda in questo caso Vaisala RS41 SG che permette, ogni due secondi, di inviare a terra i dati. (fonte: Meteo Aeronautica Militare)
Capirete la mia eccitazione, quando, nella giornata di oggi, 22 Gennaio 2024, seguendo le previsioni di caduta di questa speciale sonda decollata dal Centro Tecnico per la Meteorologia dell’Aeronautica Militare con sede in Bracciano Vigna di Valle, mi sono accorto che sarebbe potuta cadere vicino al mio QTH di Ariccia. Sono salito in auto ed in costante contatto con gli amici del PIRS Sicilia, ormai Italia, Pietro IT9EWK e Mario IU0MUN (mio mentore in fatto di sonde) ho cominciato ad avvicinarmi a Pomezia, dove era previsto l’atterraggio, con: radio accesa su 405.500 Mhz, TTGO e MYSONDYGO, sintonizzati per seguirne il percorso. Ecco che intorno alle ore 14.15 “vedo” cadere la sonda in un campo nei pressi di via di Porta Medaglia, fra Laurentina e Ardeatina. Impostato il navigatore, mi ritrovo davanti ad un cancello di una proprietà privata, una vastissima area, con all’interno abitazioni e maneggi, la fortuna ha voluto che una persona molto gentile, dopo aver ascoltato la mia passione e la mia richiesta di recupero, mi ha aperto consentendomi di raggiungere il campo dove la ozono sonda, continuava a trasmettere la sua posizione.
Non vi nascondo il mio stupore, quando, adagiata a terra, con accanto soltanto il suo deflettore radarabile per aumentarne la visibilità da parte degli aeromobili, in tutto il suo splendore, ho finalmente scorto il mio tanto desiderato oggetto dei desideri che mancava nella mia piccola collezione di sonde. Recupero davvero facile, una volta raccolta, ho spento il meccanismo di ozono sondaggio e la stessa RS41 e l’ho fotografata. Mi è dispiaciuto non trovare il pallone e il paracadute ma posso accontentarmi ;-).
Prima di tornare a casa, ho registrato il ritrovamento della ozono sonda T3150851 e una volta giunto nella mia abitazione, ho fotografato il mio trofeo, soddisfatto per aver recuperato questa “rarità”.
Oggi, 18 Gennaio, ho recuperato la mia prima sonda del 2024. Partita da Ajaccio in Corsica. Alle ore 12, questa meravigliosa M10 ME3422735, ha viaggiato per circa 270 km, atterrando su una recinzione di una villa, in località Valcannetto, a pochi km da Ladispoli.
Ho cominciato a seguire la sonda, dal mio ufficio tramite il sito SondeHub, osservando le previsioni di caduta spostarsi intorno all’area Nord Ovest di Roma. Intorno alle ore 14.30, la sonda è atterrata in località Valcanneto ma notando che sul posto c’era già un cacciatore, mi sono rassegnato. Alle 17.30, la sonda non era ancora stata registrata e quindi ho deciso di affrontare un viaggio di circa 130km (andata e ritorno) per tentarne il recupero, in costante contatto con l’amico Pietro IT9EWK del PIRS Sicilia, ormai Italia.
Sono stato davvero fortunato!!! Appena arrivato in prossimità dell’ultimo punto di trasmissione, quando ho visto la radio ricevere un segnale sui 401 Mhz, la mia speranza è diventata realtà! Subito ho acceso il mio TTGO e per magia, camminando per qualche metro, ho trovato, nascosta fra le fronde di alberi bassi, a penzoloni su una recinzione, questa tanto agognata sonda Corsa (la mia seconda). Il Paracadute con tanto di pallone, erano nel giardino della villa non abitata, mi è bastato tirare il filo per recuperare entrambe. Per pochi metri, non mi sarebbe stato possibile effettuare questo recupero, perché la sonda sarebbe potuta cadere anch’essa nel giardino privato e non potendo entrare nella proprietà privata ed essendo la villa non abitata, avrei dovuto rinunciare.
La fortuna mi ha assistito e se tanto mi dà tanto, chi recupera a pochi giorni dal capodanno, recupera tutto l’anno!
mi trovo in Belgio per le vacanze natalizie e pur non avendo con me e per scelta, Radio, Ttgo, o altro, dopo quasi una settimana di inattività, sono entrato in crisi di astinenza e affidandomi al sito http://www.sondehub.org ho deciso di monitorare le radiosonde nel paese della commissione europea. Purtroppo, il periodo non è favorevole per il recupero delle sonde locali che cadono spesso in Germania, Francia e Lussemburgo, sono passato quindi a monitorare le sonde Inglesi del sito di Herstmonceaux che fortunatamente stanno cadendo in questi giorni, quasi tutte in Belgio.
La notte, in questo caso, non porta consiglio ma porta le sonde…
La notte di S. Stefano, sono partito insieme al mio amico Luca, al recupero di una radiosonda caduta nei pressi di Liegi ma conoscendo poco il territorio, mi sono trovato davanti un immenso campo fangoso ed ho dovuto rinunciare; non dandomi per vinto e volendo portare in Italia un trofeo, quasi da eroe nazionale (HI,HI,HI), la notte scorsa, a cavallo fra il 29 e il 30 dicembre, sono partito alla ricerca di una sonda caduta nei pressi di Jurbise (vicino Mons).
Intorno alle tre di notte sono arrivato nel punto di ultima trasmissione della sonda facendo un buco nell’acqua, l’assenza di TTGO, il buio e la pioggia non hanno di certo aiutato ma studiando il territorio, ero certo che di giorno, la sonda sarebbe stata di facile recupero. Pronto a ritornare la mattina successiva, non mi rimaneva che andare a nanna percorrendo a ritroso i circa 60 km che mi dividevano da Charleroi dove alloggio.
Ero talmente impaziente e pieno di adrenalina che mi sono addormentato, crollando, praticamente all’alba. Soltanto verso le 11 ho aperto gli occhi e di corsa mi sono collegato al sito sondehub per capire se qualcuno avesse recuperato il mio tresssorooo… la sonda era ancora li, quindi di corsa con un altro amico, Claude, sono volato verso Jurbise: i 45 minuti piu’ lunghi della mia vita… nel frattempo, in contatto con il collega Pietro IT9EWK – fondatore del PIRS Italia – mi sono fatto mandare la simulazione di atterraggio di questa RS41 inglese. Giunto sul posto, ho cominciato a controllare i tetti delle case, i terreni, le vie, nulla… della sonda nessuna traccia, stavo quasi per rinunciare, quando, su un albero ho scorto un qualcosa di bianco penzolare… era lei, era la RS41 con seriale U4074599 partita dal sito inglese di Herstmonceaux alle 00.15 della notte precedente.
La sonda era davanti a me in tutto il suo splendore ma, perchè c’è sempre un ma, si trovava su un albero, in una proprietà privata, a circa 8/10 metri di altezza. In auto avevo chiesto al mio amico di portare una canna da pesca rimediata da un vicino, prevedendo che la sonda fosse su un tetto o un albero, ora non ci rimaneva che suonare alle varie porte per trovare un accesso in quel terreno. Dopo qualche minuto, una gentilissima signora anziana, dopo aver sentito il figlio al telefono, ci permette di entrare nella proprietà ma una volta sotto l’albero, tirando su la canna, ci accorgiamo che non è abbastanza lunga, senza perdersi d’animo, Claude, arrampicandosi stile spiderman, con un tocco di avambraccio con la punta della canna da pesca riesce a far scendere la sonda verso terra, eccola finalmente nelle mie mani, ora un ultimo sforzo, con pazienza e con un paio di guanti, tirandone il filo, riesco a recuperare anche pallone e paracadute. Il SIGNORE DELLE SONDE, ha deciso di regalarmi, per capodanno, questa mia prima sonda inglese in terra belga.
73 e buon 2024 de ALEX – ON/IZ0RIN CHARLEROI BELGIO
oggi 31 ottobre 2023, mi sento al settimo cielo perché è stata per me una giornata davvero fortunata: intorno alle 15.30 la radio sonda meteo M10 numero ME35220B5, partita intorno alle 12 dalla Corsica, è atterrata a Roma (cosa davvero rara), a pochi chilometri dal mio posto di lavoro.
Senza pensarci due volte, appena visto che questa M10 stava per arrivare a pochi passi da me, mi sono armato di buona volontà e sono corso sul posto dell’ultima trasmissione, durante il tragitto, guidato telefonicamente dagli amici e colleghi del P.I.R.S. Italia ed in particolare da Pietro IT9EWK e Mario IU0MUN, ho attivato il mio TTGO, arrivato alle coordinate segnalate, mi è bastato spostarmi di qualche centinaio di metri e come per magia, mi sono trovato davanti ad uno spettacolo meraviglioso: Il pallone sgonfio ma intero che sventolava sulla facciata di un palazzo a vetri in zona flaminio e a circa 3 metri da terra, la Sonda che penzolava allegramente.
Subito ho citofonato alla portineria di questa sede di uffici e al personale di sorveglianza ho spiegato l’accaduto, chiedendo la cortesia di accesso per il recupero, dopo qualche tentennamento, mi hanno dato accesso al giardino dove ho potuto recuperare la M10 ma non potendomi far entrare nell’edificio e davvero con tanta fortuna, il personale addetto alla manutenzione degli impianti, ha recuperato per me, dal tetto, il pallone, il paracadute e il filo consegnandomi il tutto.
Ringrazio davvero queste gentilissime persone per avermi aiutato a recuperare questa preziosa, almeno per me, rarità francese partita da Ajaccio in Corsica!
Come dico sempre, le brave persone, esistono ancora!
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